sabato 14 novembre 2009

Ciao, pa'!


Ciao,pa'. Son di nuovo qui. Ti ho portato i fiori di stoffa. Rose rosse. Le tue preferite.Mamma dice che sbiadiscono, ma non fa nulla. Poi te ne compro delle altre. Peccato per il profumo:queste non ne hanno. Ricordi Mimì? Ma i fior ch'io faccio, ahimè, non hanno odor.
Sai che fanno ventiquattro anni, che te ne sei andato, andato definitivamente, dico. Quante volte ci hai provato? Non volevi, ma capitava. Non è mai stata buona, la vita, con te, e neppure la morte.
Ricordi quando dovevi partire per Sondalo per via della tbc? Eri seduto sul ceppo per spaccare la legna nel cortile della vecchia casa. Eri disperato, ora lo so. Quanti anni avevamo, noi, le tue bambine, le tue piccole, come ci chiamavi? Io tre, quattro e Renata uno e mezzo, due? E la mamma? Ventidue o poco più? E la miseria, la fame, forse, per noi! E la solitudine! Avevo gli orecchioni e mamma mi aveva passato un fazzolettone sotto il mento, legato, poi, in cima al capo.
Ti raggiunsi, piccolina e gracile com'ero, e mi piantai davanti a te con le mani ai fianchi. "Vai subito dentro! Sei malata e devi stare al caldo!". "Torno dentro solo se tu domani non parti! Altrimenti resto qui fuori finché muoio, così tu non te ne vai perché c'è il mio funerale!". Ricordo i tuoi singhiozzi, il tuo abbraccio così tenero, caldo.
Ma partisti ugualmente, il giorno dopo e, per un tempo immemore, il vuoto, solo il vuoto.

Nessun commento:

Posta un commento