mercoledì 4 marzo 2009

Sorelle

Uno pensa di avere una sorella e i ricordi relativi dal 1°marzo del '52, belli i ricordi, affettuosi. Tu, che eri la più grande la proteggevi, la tenevi per mano lungo la strada, e, mentre crescevate, eravate sempre insieme, facevate tutto insieme, mentre tutti dicevano:" Ma guarda quelle due sorelle", e tu fino all'anno scorso, raccontavi così, i tuoi bei ricordi. Poi scopri che per lei i ricordi sono diversi, tutto il contrario. Ti scappa un ceffone. Non ti perdona, ancora adesso, dopo quattro anni. Perché i ricordi possono essere diversi? Ho sbagliato, col ceffone? Mi sembrava giusto...se ci penso, non provo pentimento.

Sorelle

Quel giorno avevo riportato mia madre a casa dopo tre settimane di vacanza da me. Faceva caldo (era luglio alla fine o agosto all'inizio) e, giuro, mangiavamo polenta e lumache.C'erano anche mia sorella e i suoi due figli. Secondo me, sono state quelle, le lumache, più che la separazione dal marito, la fregatura economica da parte dello stronzone, il cedimento dei muscoli nella nuotata per stare a galla nella merda della vita, loro, le lumache hanno fottuto per un attimo il cervello già stanco della mia sorella piccola, l'unica che ho e che ho sempre adorato e raccontato a tutti come una tenerissima presenza della mia vita. Era lì, con i suoi figli, e raccontava raccontava raccontava l'umiliazione di avere un uomo quasi consacrato prete e scappato ai voti perenni all'ultimo minuto,portandosi appresso l'incapacità di amare umanamente, cioé una donna, i figli, il lavoro. Però però!!! Però sapeva amare tutte le donne facendole felici allo stesso modo così non soffrivano. Sapeva stare con tutti, tutti amici, bevendo con tutti, cantando con tutti, fino all'alba.. Che bello! Tutti d'accordo: le pastasciutte, il barbecue, il caminetto, il vino buono del contadino! La rovina! E tante belle parole e tanto rispetto a bocca piena e bicchiere pieno!E il salame del contadino, le verdure dell'orto, i polli ruspanti, i cotechini, il cappone, e vai e vai e vai. E i bambini che piangono e crescono e lui non sa che fanno. E il maschio se ne va. Dove? Non lo sa neanche adesso. La femmina gigioneggia come una bimbetta: ha trent'anni e un culo di due metri quadrati. Siamo tutti lì, a casa di mia madre, quasi in riva al Garda, tutti lì, madre, due figlie, due nipoti, e mangiamo polenta e lumache con 37 gradi all'ombra. A me, che sono più fortunata come marito, viene un sorriso, anche perché ho appena captato il sommellier poeta dei vini, a Gusto TG5, che se lo ascolti, in fondo al bicchiere del pigato vedi e annusi tutta la Liguria. Signore perdonami, non l'avessi mai fatto quel sorriso, forse ho detto anche qualche cosa, ma non ricordo! La crisi terribile, giusta della mia sorella piccola e io che non ascolto mai e noi che non siamo mai andate d'accordo e io la più bella la più brava la più intelligente la cocca di papà. Ma non é vero!E se ne va! Dico ai ragazzi:"Ma perché fa così? Si gioca gli affetti di chi le vuole bene davvero!" Rientra urlando ma che cazzo dico,e non pensare di farmi sentire in colpa. Io? Perché dovrei pensare una roba così? E io e io e io, io io io sempre io. Santo cielo! Ma sta male! Mi avvicino per rassicurarla, penso... le faccio una carezza, magari l'abbraccio! Mi guarda con una espressione terribile e mi dà uno spintone. Aiuto! La crisi isterica!

Faccio quello che mi hanno insegnato a uno stupido, ora lo so, corso di pronto intervento: le mollo un ceffone. Lei, oddio che cosa straziante, piange, singhiozza, si sente umiliata davanti ai figli. Ho sbagliato, sbagliato tutto.

Ci accorgiamo che i ragazzi se ne sono andati.

Quando decide di andarsene pure lei, mi guarda e mi dice:"Comunque non farlo più: potrei anche ucciderti.".

Sono passati quattro anni e non mi ha mai perdonato.

Ho sofferto e soffro molto, mi vergogno, ma se ci penso in quel momento credevo di fare bene, e allora non mi pento. Eccolo qui, il mio titolo.