Oggi esco di casa lungo il viale del box. L’asfalto trasuda muschio dalle crepe. Mi metto in ginocchio a raccogliere ghiande. Insetti curiosi mi ronzano stancamente intorno e due lucertole divenute rosse come la vite selvatica si trascinano fin sotto i vasi di coccio.
È
l’autunno: s’avvicina e silenzioso disegna la traccia, il percorso per le foglie smarrite, inermi ai volteggi
bizzosi del vento. Il suono lontano di un cembalo: Chopin la Berceuse.
Strumento disadatto alla divinità. Dolorose pulsazioni di martelletti sulla
pelle confuse con le piccole fredde
gocce della pioggia d’ottobre. Il tempo che cambia e mi presenta il conto. I
miei occhi malati vedono ovunque arcobaleni. Mi sdraio sul basso largo muro di cinta.
Cielo colore di miele, il sole che straccia nuvole bigie. Miele d’acacia. Dove
sono le api?
Possiamo ucciderci fra di
noi nella disumana deturpazione delle anime.
Stanno morendo, le api. Uccideremo
anche l’ultima, bellissima, ottusi e sordi al suo grido:
- Non uccidermi prima che
il sole abbia spento l’ultimo raggio.
Maddalena Leali - 18 ottobre 2016
Nessun commento:
Posta un commento