venerdì 12 ottobre 2018





forte sperone ( 6 settembre 2017)

Il bosco si riposa, in silenzio. Anche la civetta  tace.
L’autobus di mezzanotte scende verso la piazza,
vuoto, lasciando dietro di sé acri odori
e le voci confuse di chi è appena sceso.
Il chioccolio della gazze prevede il volo dei pulcini al mattino.
Nel palazzo di fronte, Mister Ba spegne  l’ultima finestra.
Sono rimaste sospese lievi nuvole nell’aria a celare
i terrazzi  più alti  dei grattacieli mentre la Luna,
piena nello zenit  già basso, mostra  l’alone,
riflesso rosato di  delicata foschia tinta
da Mastro Settembre a significare l’autunno.
Il suono del sax non ha musicista,
stonato pensiero di un uomo  in meditazione.
La brezza di monte spinge nel fondovalle i miei occhi
sfaccettati come hanno le api, multiforme visione
di una realtà inesistente fuori da qui.
Eppure, ora che sorella Luna si è spostata,
lassù le stelle ancora luccicano e laggiù ecco
il Tirreno, freddo, metallico riflesso tacito di blu di Prussia.
C’è un altro silenzio  nel profondo respiro del mare,
silenzio che io conobbi soltanto nel ventre di mia madre.

                                                                                       

FORTE SPERONE
Qui, poco lontano, è dove vivo

Panorama della città di Genova da Forte Sperone

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