CHRISTINE DE PIZAN ( 1365 – 1431 ca)
“…la prima donna a prendere la penna in difesa del proprio sesso”
Simone de Beauvoir
SAGGIO BREVE di Maddalena Leali
Introduzione
È stata una scrittrice e poetessa francese di origini italiane vissuta nel tardo Medioevo alla corte di Francia.
È riconosciuta come la prima scrittrice europea che trae spunto dalla propria esperienza di vita, dalla propria cultura e non dalla tradizione religiosa .
In quanto intellettuale laica e donna, vive come “ straniera” in un mondo di chierici, gli intellettuali religiosi del tempo, con la consapevolezza che presentarsi in pubblico come femme de lettres costituisce, all’epoca, motivo di scandalo.
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Per
diversi anni, la famiglia gode di prestigio e benessere. Christine sposa a quindici anni Etienne de Castel, segretario
del re, da cui avrà tre figli, due maschi e una femmina. Nel 1380 muore Carlo V
e poco tempo dopo anche Tommaso da Pizzano. Nel 1390 la giovane donna rimane
vedova e costretta, quindi, a provvedere alle necessità della famiglia e lo fa
utilizzando la scrittura, occupandosi, a
partire dai primissimi anni del 1400,
delle questioni sociali e culturali di quel periodo. Non si sa bene
quale sia stato il suo percorso educativo, però è noto l’incoraggiamento
costante da parte del padre verso lo studio approfondito della letteratura. In
tal senso, è importante il libero accesso alla Biblioteca del Louvre fondata da
Carlo V e fornita di preziosissimi volumi provenienti da tutto il mondo
conosciuto e tradotti appositamente per lui. Dunque, Christine cresce in un
ambiente stimolante ed intellettualmente vivace. Ha la possibilità di affinare
la propria cultura letteraria e, altresì, la conoscenza di storia ed economia attraverso la ricca
documentazione conservata nella biblioteca reale. Soltanto la madre
preferirebbe per la figlia il percorso di vita segnato per le donne del tempo, quello
cioè di moglie con tutti gli obblighi relativi a tale ruolo, ma, per fortuna la
sua influenza sulla formazione di Christine è minima. Grave trauma costituirà,
al contrario, la morte, a causa della peste, del marito, che rimpiangerà per
tutta la vita.
Con
la morte di Carlo V, del padre e del marito, Christine rimane sola e in
relativa povertà, responsabile dei figli piccoli e della madre; rappresenterà
questa sua difficile situazione con la narrazione di un sogno durante il quale lei si trasforma in maschio per avere
la forza di condurre la propria barca ormai alla deriva, metafora che verrà in
seguito trasformata nella poderosa opera poetica in ottonari a titolo “Livre de
la Mutation de Fortune”.
La giovane donna prende dunque il comando della nave
e del suo destino. Cerca di
non abbassare il tenore di vita della famiglia mantenendo i contatti con la
corte che ha sempre frequentato. Ma gli
inizi sono difficili, sia perché nessuno dà ascolto a una donna, soprattutto se
colta, sia perché gli uomini hanno la
pessima abitudine di non mettere al corrente le mogli dei loro affari, per cui,
spesso, nascono equivoci e liti.
Christine,
a questo punto della sua ormai difficile vita, si rende conto che l’unica
risorsa su cui può contare è la cultura personale approfondita particolarmente
dallo studio dei classici, della storia e della poesia. Così decide di mettersi
a scrivere e produce libri di vario genere frutto della variegata cultura
acquisita alla corte del re e tramite l’esperienza. Con l’impegno acuito dalla
necessità, in prima battuta produce e vende cento ballate in soli due anni
“Cent balades d’Amant et de Dame”.
Con
ogni probabilità, all’inizio è lei stessa copista dei suoi libri, in seguito organizza uno scriptorium di
copisti e di maestri miniatori (fra di loro la bravissima Anastasia[1]),
dando inizio all’attività di Editrice.
Con le Cento Ballate, Christine diventa famosa
e ottiene la protezione di illustri personaggi di potere, in particolare
della regina Isabella di Baviera. Può così dedicarsi interamente alla
scrittura, soprattutto di poesia, la maggiore e più intima delle sue passioni.
Raggiunge in tal modo un livello di qualità altissimo, ottenendo consensi da
parte degli intellettuali[2]
protagonisti dei contemporanei ambienti di cultura.
A
questo punto, quando ha 25 anni, Christine compie la simbolica metamorfosi e
diventa un uomo, intendendo con questa metafora, descritta nel già citato
“Livre de la Mutacion de Fortune”, il passaggio a un modo di vivere prerogativa
dei maschi, passaggio generato dalla vocazione allo scrivere, considerato
mestiere da uomo.
ALTRE
OPERE ED ATTIVITÁ
- Epistre au
Dieu d’Amour (1399)
- Epistres du
Débat sur le Roman de la Rose (1401 – 1402)
In
queste opere, appare impellente il bisogno della scrittrice di difendere le donne attraverso la
riscrittura della storia e delle tradizioni. Soprattutto per quanto riguarda Le
Roman de la Rose, ella partecipa alle pubbliche polemiche attaccando
l’arroganza di Jean Chopinel, prete misogino che volle, nel secolo precedente,
mettere mano trivialmente al romanzo d’amore di De Lorris.
Fra
il 1399 e il 1403, Christine inizia a comporre l’opera/ raccolta di poesie per
cui è famosa ancora oggi, un lavoro che dura fino al 1415. È ormai una
professionista della scrittura e dell’editoria. “Si fa ritrarre nella solitudine del suo studio, intenta a leggere o
calligrafare un testo, cura personalmente la capillare diffusione dei suoi
libri, compie ogni sforzo per conquistarsi una salda e durevole fama”. [3]
-Livre des Fais
et Bonnes Meurs du Sage Roy Charles V - 1404
Libro in prosa, passaggio dalla
biografia alla storiografia.
- Livre de la Cité des Dames, fondamentale per la strategia di valorizzazione del femminile.
-
Livre des Trois Vertus, un manuale della perfetta moglie medievale dedicato a
Margherita di Borgogna duchessa di Guyenne. Scritto nell’inverno 1404-1405 e
illustrato da Anastasia, nasce per confutare il malevolo “Liber Lamentationum
Matheoli” (XIII secolo) nonché il “De
Mulieribus Claris” del Boccaccio.
La
“Città delle Dame”consente a Christine,
assistita da Ragione, Rettitudine e Giustizia, di progettare allegoricamente
una Città fortificata a difesa delle donne. Si tratta anche di un invito ad
abbandonare gli stereotipi sessuali.
-
Ditié de Jehánne d’Arc (1429) Il primo
poema sulla santa/condottiera, unico a essere composto mentre è ancora viva.
Dopo la pubblicazione, all’età di 65 anni, Christine de Pizan si ritira
definitivamente presso la figlia, monaca nel convento delle Domenicane di
Poissy, dove morirà probabilmente nel 1431.
Christine
de Pizan e la scrittura femminile nel Medioevo
La
produzione letteraria di Christine de Pizan è mastodontica (circa cinquanta
opere), per cui si rende necessario, in questa sede, operare delle scelte
esaminandone due fra le più significative: Le livre de la cité des Dames e Le Dittié de Jeanne d’Arc. La scrittrice
s’impone come figura importante nella cultura del XV secolo, ma occorre tener
conto che il presupposto da cui parte è quello della costruzione di una
identità nuova e femminile in un
contesto completamente maschile, ostico e chiuso. Si tratta, inoltre, di una
donna che vuole fare del suo talento una professione che le consenta di
guadagnare, mantenere la famiglia con un buon tenore di vita, nonché di
diventare famosa, situazione, questa’ultima, che indispettisce in toto la
società del tempo, uomini o donne che siano. Si tratta della prima donna
femminista? Nutro qualche dubbio in proposito, perché Christine, per far valere
la propria indubbia creatività ha bisogno di sentirsi uomo. Nel corso della
vita risolverà, forse, questa incertezza, ma l’influenza della cultura
matriarcale della madre si farà sentire in altre opere quali “Le livre des
trois Vertus”. Con un’analisi post femminista si potrebbe parlare di parità di genere,
perché la de Pizan si sente donna
virile, ma non “indossa” alcuna maschera. Allo stesso tempo propone una
classificazione dei ruoli delle donne alle quali, come una buona pedagogista,
cerca di insegnare senza sussiego il modo di prendere coscienza della propria
condizione ed eventualmente modificarla, conquistando anche uno spazio sociale
pubblico e non solo all’interno della famiglia.
La Cité des Dames (La città delle Dame)
Si tratta del lavoro più famoso della
scrittrice francese. Come reazione alla
misoginia del suo tempo Christine scrive “la Cité des Dames” per dimostrare che un
mondo al femminile sarebbe migliore. “La Cité des Dames” è “luogo” ideale in cui tutte le donne
virtuose possono rifugiarsi. Tutte le donne, anche le laiche e illetterate,
possono albergarvi insieme con donne nobili, regine, donne colte, inventrici, profetesse,
vergini e vedove. Insomma tutte le donne insieme per costruire una società
diversa.
Christine in
apertura racconta come è nata l’idea
dell’opera: si descrive depressa, chiusa nella solitudine dello studiolo,
quando le appaiono tre dame che la guidano nell’erigere l’opera, pietra su
pietra. Raison l’aiuterà a
scavare le fondamenta per poter innalzare solide mura seguendo l’esempio di
donne guerriere e dame sapienti; Droicture
la condurrà ad elevare rilucenti palazzi la cui luce è attinta da
profetesse e modelli di fedeltà, nell’amore coniugale come nella castità; Justice
accoglierà la Vergine al governo delle alte torri popolate di Sante
martirizzate.
La Città delle
Dame è un libro ispirato chiaramente a “ La città di Dio” di
Sant'Agostino, di agevole lettura, nonostante l'alto livello nozionistico e
culturale. Dice Christine: - Sono certa che quest'opera farà chiacchierare a
lungo i maldicenti. Inoltre:- Gli uomini sembrano tutti parlare con la stessa
bocca, tutti d'accordo nella medesima conclusione, cioè che il comportamento
delle donne è incline ad ogni tipo di vizio, e ancora:- Una donna intelligente
riesce a far di tutto; gli uomini sarebbero molto irritati se una donna ne
sapesse più di loro.
Nella città
fortificata e costruita secondo le indicazioni di Ragione, Rettitudine e
Giustizia, Christine racchiude un elevato numero di sante, eroine, poetesse ,
scienziate, regine,che offrono un esempio del potenziale creativo che le donne
possono offrire alla società.
Infine,
Christine, citando la virtuosa donna romana Lucrezia, affronta il tema della
violenza sessuale, inorridendo al pensiero che ci siano uomini che possano
perpetrare un simile delitto e addirittura sostenere che “in fondo se l’è
cercata”[4]
e propone una legge «giusta e santa» che condanni a morte gli
stupratori. Le donne devono impegnarsi a cambiare il mondo perché è nella loro
natura: il progresso deriva da loro. Centrale nella Città delle Dame è il tema
dell'educazione femminile, che Christine avverte come fondamentale.
L'impossibilità di imparare, unita all'isolamento tra le mura domestiche,
causano la presunta inferiorità femminile Ma è un'inferiorità di tipo culturale
e non naturale, come si desume dai vari esempi di donne colte , quali Saffo, Proba,
Novella,Ortensia e altre, e infine lei stessa che, grazie agli insegnamenti del
padre, è in grado di partecipare alla
realtà culturale del tempo.
La città delle
donne è una società utopica e allegorica, aliena alla violenza, in cui trionfa
Ragione .
Il tema che
sta più a cuore a Christine è sempre la donna. Percepisce come una profonda
ingiustizia la misoginia e la volontà da parte del sesso maschile di sminuire
nelle donne intelligenza e acume.
Desidera più di ogni altra cosa che le donne prendano coscienza del loro valore
e le sprona a risollevarsi da una condizione di inferiorità, inferiorità che (e
lei ne è l'esempio) non è data dalla natura ma dalla mancata possibilità di
accedere, come gli uomini, al sapere e allo studio.
Le Dittié de Jeanne d’Arc[5]
All’età di
cinquant’anni, a causa degli sconvolgimenti politici conseguenti alla guerra
dei cent’anni, Christine si rifugia nel sicuro convento dell’abbazia di Poissy,
dove sua figlia vive come religiosa. Ma, a Poissy, dopo 11 anni di silenzio
Christine
fa udire il suo ultimo “canto di gioia” per celebrare la straordinaria impresa
di un’altra donna, Giovanna D’Arco, la
vergine guerriera che sta liberando il Paese dall’assedio degli Inglesi,
- Io Christine
per la prima volta dopo tanto tempo comincio a ridere… per lungo tempo ho
vissuto triste come in gabbia… nel dolore, io come gli altri, ma la stagione è
cambiata.
- Che onore
per il sesso femminile quando questo nostro regno interamente devastato, viene
risollevato e salvato da una donna, cosa che cinquemila uomini non hanno saputo
realizzare.
Il 31 luglio
1429, Christine pubblica Le Dittié de la Pucelle, scritto
in soli otto giorni, inno di speranza di una patriota, che a lungo
ha invocato la pace ed ora assiste al miracolo, grazie all’azione di una donna (quel honneur au femenin sexe!), impresa
da lei percepita come la realizzazione
di un suo “sogno” a lungo inseguito, immaginato e narrato…
BIBLIOGRAFIA
- Traduzioni
italiane- C.de Pizan a cura di P.Caraffi, Milano, 1997
- C. de Pizan-Manuale di storia della filosofia
medievale online Università di Pisa
- Studio M.P.
sulla condizione femminile e immagine della donna nel Medioevo- Bologna 1981
- C.De Pizan
–La città delle Dame – Carrocci 2004
- “ “
“ - Libro della pace col poema
di Giovanna d’Arco- Medusa Edizioni 2007
[1] Anastasia: la più
accreditata miniaturista medievale a Parigi, illustrò tra il 1404 e il 1405
l’opera di Christine de Pizan “Livre de
la Mutation de Fortune”. Continuò a lungo la propria collaborazione con Christine.
[2] Vedi i filosofi Jean de
Gerson ed Eustache Deschamps
[3] Cit. da S.F.Sciavaliere
[4] … e qui urge dire che
nemmeno oggi le cose sono completamente
cambiate!
[5] Ringrazio la Professoressa Maria Ivana Trevisani Bach per avermi reso
disponibile la sua corposa ricerca relativa a Christine de Pizan.
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