lunedì 14 giugno 2010

Rifletto.
La poesia vera si colloca nella creatività, la creatività non conosce convenzioni. Non si comunica senza convenzioni.
Le uniche creature prive di convenzioni sono i bambini, quelli piccoli, molto piccoli.
Noi trasmettiamo loro convenzioni e , spesso, non sappiamo trasmettere loro come usare liberamente le convenzioni, cioè ad uscirne. Educazione: portar fuori. Fuori di testa. Creiamo dei nevrotici. La differenza tra nevrotici e psicotici: al nevrotico sta stretto tutto quello che sa di regola, però corre come un matto per stare nelle regole. Lo psicotico si carica delle ansie e dei dolori di tutta l'umanità. Magari solo di quelli del vicino, in cui vede tutta l'umanità.
Ho conosciuto un bambino in fase prepsicotica...si è fermato lì: né migliorato nè peggiorato. Matto, e basta.Per fortuna, non troppo. A nove anni scardinò una piastrellone della pavimentazione del cortile e lo schiantò in testa al suo amico del cuore. Due anni prima tentò di saltare dalla finestra, ma io, con uno scatto felino, lo acchiappai per i piedi e lo salvai dalloschianto verticale sul cvranio. Dunque, io sono un eroe. Ora, si può ricavare poesia da queste riflessioni? Certo, biscerto. Ma non è tanto romantica. Domani ci proca.
Se mi viene l'ispirazione: ma l'ispirazione è una convenzione, perchè ti ispira qualche cosa che esiste già. Ora devo trovare i modi per sostemare poeticamente queste cose ssgnagherate, chiudendo un contratto solo con il mio cervello. E ricomincio a convenzionHo sonno: ho ingollato un Halcion: mi fa andare in palla, ma potenza della parola, mi fa veder chiaro la stronmzaggine di face book. Vistp maim che nmoia, niete di nerborito, vim auqlcj ch+iognwttan dadua sil

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